Ottocento percorsi formativi, 19.309 studenti coinvolti, 70 enti di formazione, 326 scuole statali e 90 paritarie, circa 600 soggetti interessati, tra cui 45 Dipartimenti universitari e 168 imprese. Sono i numeri di 'Learning week' del biennio 2009-2010 presentati in occasione del convegno, ideato e promosso da Regione Lombardia - Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro e dall'Organismo Intermedio Entertraining, che gestisce i percorsi formativi.
Cosa ha permesso uno sviluppo così rapido e significativo di una metodologia che riscuote successo tra i giovani studenti, tra i docenti, le realtà educative, formative e produttive e le istituzioni pubbliche? Riscoprire le discipline come qualcosa di "utile", come qualcosa che serve a trovare soluzioni ai problemi della vita, che aiuta a rispondere alle urgenze e ai desideri che caratterizzano la persona.
È questo livello elementare a suonare oggi (si potrebbe dire paradossalmente) come qualcosa di nuovo: le discipline sono "amiche", concorrono insieme a fornire strumenti di conoscenza e competenza spendibili, a valorizzare e potenziare quella scintilla di creatività presente nei giovani, che spesso chiede solo di essere interpellata.
"Questa sperimentazione voluta da Regione Lombardia - ha commentato l'assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni - è in sintonia con i valori che hanno ispirato le nostre azioni politiche in questi anni; con la legge 19 del 2007 abbiamo convintamente ritenuto che il futuro della Lombardia dipendesse da quanto avremmo investito nell'educazione dei nostri figli e nella capacità delle scuole e degli enti di formazione di diventare centri per far crescere e coltivare i talenti, perché investire sulle persone significa contribuire in modo decisivo alla crescita culturale, sociale ed economica della società".
Uno tra i più vistosi risultati della sperimentazione è stato il superamento della insensata separazione tra l'apprendimento teorico e quello pratico: riflettere su quanto si fa è la chiave dell'apprendimento. La costituzione di una rete tra Centri di Formazione Professionale accreditati e Scuole pubbliche ha "costretto" i promotori a superare in breccia questa divisione.
"In una prospettiva europea - ha concluso Rossoni - siamo fermamente convinti che il futuro occupazionale dei giovani italiani dipenda primariamente da un più efficiente raccordo e dalla integrazione tra i percorsi di istruzione e formazione rinnovati e il mercato del lavoro".(Lombardia Notizie /Ln - Milano)
Cosa ha permesso uno sviluppo così rapido e significativo di una metodologia che riscuote successo tra i giovani studenti, tra i docenti, le realtà educative, formative e produttive e le istituzioni pubbliche? Riscoprire le discipline come qualcosa di "utile", come qualcosa che serve a trovare soluzioni ai problemi della vita, che aiuta a rispondere alle urgenze e ai desideri che caratterizzano la persona.
È questo livello elementare a suonare oggi (si potrebbe dire paradossalmente) come qualcosa di nuovo: le discipline sono "amiche", concorrono insieme a fornire strumenti di conoscenza e competenza spendibili, a valorizzare e potenziare quella scintilla di creatività presente nei giovani, che spesso chiede solo di essere interpellata.
"Questa sperimentazione voluta da Regione Lombardia - ha commentato l'assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni - è in sintonia con i valori che hanno ispirato le nostre azioni politiche in questi anni; con la legge 19 del 2007 abbiamo convintamente ritenuto che il futuro della Lombardia dipendesse da quanto avremmo investito nell'educazione dei nostri figli e nella capacità delle scuole e degli enti di formazione di diventare centri per far crescere e coltivare i talenti, perché investire sulle persone significa contribuire in modo decisivo alla crescita culturale, sociale ed economica della società".
Uno tra i più vistosi risultati della sperimentazione è stato il superamento della insensata separazione tra l'apprendimento teorico e quello pratico: riflettere su quanto si fa è la chiave dell'apprendimento. La costituzione di una rete tra Centri di Formazione Professionale accreditati e Scuole pubbliche ha "costretto" i promotori a superare in breccia questa divisione.
"In una prospettiva europea - ha concluso Rossoni - siamo fermamente convinti che il futuro occupazionale dei giovani italiani dipenda primariamente da un più efficiente raccordo e dalla integrazione tra i percorsi di istruzione e formazione rinnovati e il mercato del lavoro".(Lombardia Notizie /Ln - Milano)
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