La lettera agli Ebrei, in questo
esordio magnifico, presenta Cristo come colui che ha ereditato un nome ben
diverso da quello degli Angeli. Qual è questo nome? Nella liturgia di oggi
sembra quello di Figlio di Dio, ma se consideriamo la prima parte della lettera,
non è limitato a questo. Certo, Cristo è Figlio, ma qui si tratta di Cristo
glorificato nella glorificazione pasquale. C'è però l'altro aspetto, e lo
vedremo domani:
Cristo è fratello degli uomini. Come Figlio è superiore agli Angeli, come
fratello degli uomini è meno degli Angeli; è più vicino a Dio perché Figlio, è
più vicino a noi perché fratello. Questi due aspetti si possono sintetizzare
nel nome di Sommo Sacerdote, perfetto Mediatore per mezzo del quale entriamo
nell'intimità del la Trinità. Il suo nome è quindi un nome misterioso,
profondo, motivo di speranza e di fiducia.
E per mezzo del suo Figlio dice la lettera "Dio, ultimamente, in questi
giorni, ha parlato a noi". In questo inizio del tempo ordinario la
liturgia ci mette davanti una parola di Gesù: "Seguitemi", alla quale
c'è una duplice risposta: "E lo seguirono". Seguire Gesù presenta due
aspetti: un aspetto di umiltà, di sacrificio, di rinuncia e un aspetto
positivo, "siamo con lui". Essere con Gesù, non essere soli, non
essere nelle tenebre ma nella luce, perché Gesù ha detto:
"Chi segue me non cammina
nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".
"Seguitemi": è la condizione per vivere nell'amore. Chi stabilisce il
proprio cammino non vive nell'amore, vive nella solitudine, anche se nel
decidere autonomamente ci può essere una Certa gioia. Chi segue Gesù invece è
sempre con lui, con il suo fratello e Signore, ed è in una gioia immensa.
"Seguitemi". Di fronte ad ogni gioia e ad ogni tristezza chiediamoci:
"Chi sto seguendo adesso?", così vedremo dove sono le vere gioie e
non ci lasceremo ingannare da gioie false. Se seguo il Signore sono nella
strada della vera gioia; se seguo il Signore anche le mie pene sono feconde.
Chiediamo a Gesù che ci dia il desiderio di seguirlo sempre, anche a prezzo
delle rinunce che questo può comportare, per vivere nella gioia vera
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